Data la difficoltà a reperire captatori di ricambio per il mio Morini Sport del 76 (captatore rosso), ho deciso di autocostruirmelo . Gli obiettivi erano la massima semplicità costruttiva e il minor impatto possibile sull’impianto elettrico. Ho scelto la soluzione magnetica che mi ha consentito di conservare il rotore originale. Come sensori ho usato dei normali sensori ad effetto Hall ( per la verità i sensori comuni lavorano fino a temperature di 85 gradi e , pur avendo misurato nel vano al massimo temperature di circa 70 gradi , ho preferito , per prudenza , adottare sensori il cui campo di lavoro arriva a 150 gradi). Lo statore nei vari passaggi fino al definitivo è stato prototipato con la stampa 3d e , quando lo stampatore mi ha assicurato che il materiale aveva una temperatura di rammollimento di 130 gradi , l’ho utilizzato direttamente senza riscontrare problemi. In ogni caso , volendo, con lo stesso file per la stampa si potrebbe ottenere un pezzo fresato in alluminio (è solo una questione di costi). Ho semplificato al massimo la fasatura al momento del montaggio che si effettua senza l’uso di goniometri o altri strumenti. Ho sfruttato il fatto che entrambi i due tipi di rotori hanno la “linguetta” rivolta verso l’alto della stessa lunghezza. In pratica è sufficiente portare il cilindro 1 al PMS, inserire il pezzo centrale amovibile , che si incastra sulla linguetta, ed accostare i due porta sensori a questa sorta di dima. Bloccati i porta sensori si estrae la dima, la fasatura è completata e i porta sensori sono liberi di essere spostati indipendentemente per ottenere , a mezzo strobo, il pareggiamento fine dell’anticipo su i due cilindri. Chiaramente il pick up è accompagnato da una scheda elettronica con il solito Arduino e pochi altri componenti per la gestione dell’anticipo e dei segnali da inviare ai trasduttori. Per completare la parte hardware , avendo posizionato la centralina nel vano sotto la sella, mi sono prolungato i due fili rossi del pickup Ducati fino al vano portaoggetti sotto la sella e ho aggiunto due fili che collegano i trasduttori alla centralina per poter , tramite un semplice deviatore o collegando opportunamente i fili, scegliere se inviare ai trasduttori il segnale della mia centralina o della Ducati senza dover smontare il serbatoio. Per l’alimentazione della scheda utilizzo il faston marrone libero sulla morsettiera che dà tensione quando si accende il quadro. In pratica posso avere i due sistemi contemporaneamente a bordo e il passaggio dall’uno all’altro richiede solo qualche minuto,il tempo di scambiare i captatori e collegare due fili. Questa possibilità risolve anche la perplessità di molti di dipendere dalla batteria. L’idea di alimentare direttamente dal circuito di accensione non è percorribile perché Arduino ha un tempo di ritardo dal momento che viene alimentato a quando è operativo , dovuto al caricamento del programma, di circa 1 – 2 secondi; quindi l’avviamento lo vedo difficile. Sistemi a batteria tipo cellulari o pc portatili ,pur se concettualmente semplici, complicano di molto il circuito che deve prevedere la ricarica e ho scoperto che , specialmente per le batterie al litio , la procedura corretta di ricarica non è affatto una cosa banale e va oltre le mie scarse capacità. Passiamo al software. Non dovendo gestire sonde Lambda, EGT , TPS, Knock Sensor e quant’altro, il programma è veramente basico (occupa solo circa il 10% della memoria disponibile) ma è molto veloce (in teoria potrebbe gestire regimi di svariate decine di migliaia di giri al minuto). Per la curva di anticipo , sia perché bidimensionale e sia perché molto regolare, invece delle usuali tabelle carico direttamente l’equazione della curva . Questo comporta che mentre il valore da una tabella è sempre un valore discreto quello da equazione è continuo e , anche se in pratica potrebbe essere ininfluente , questo sistema comunque applica anticipi anche di frazioni di grado. La modifica di una curva di anticipo è molto veloce perchè si riduce alla modifica di pochi coefficienti senza intervenire su molte caselle di una tabella. Una caratteristica positiva dell’accensione Ducati è l’indipendenza dei due cilindri riguardo all’angolo di anticipo determinata dall’effettiva velocità con cui il rotore passa davanti alla singola bobinetta , velocità che in caso di accelerazione sicuramente varia tra uno scoppio ed il successivo. Ho voluto mantenere questa caratteristica rilevando la velocità di rotazione in prossimità di ogni scoppio e applicando il relativo anticipo perché penso che dia il miglior risultato in termini di prontezza di risposta e progressività. Questa scelta si rivela positiva anche nella fase più critica rappresentata dall’avviamento. Una pedalata completa fa compiere al motore circa 2 giri , quindi 1 giro dell’albero a camme , dando quindi ,al massimo, due scintille , una per cilindro. Se poi si parte dalla condizione in cui il rotore impegna già una bobina (Ducati) o un sensore le possibilità di avviamento dipendono da una singola scintilla. Allora strategie che prevedono di misurare grandezze nel giro in corso per poi applicare l’anticipo voluto al giro successivo , pur se perfettamente funzionanti a regime, vanno in crisi all’avviamento.Al momento ho percorso più di 4000 km e, in pratica , è l’accensione che uso tenendo la Ducati di scorta . Riguardo all’affidabilità solo il tempo potrà dare un giudizio. Il prossimo passo è una prova con trasduttori diversi ( in particolare i Piaggio) per poter risolvere un altro annoso problema.
è il link di un breve filmato.
Un ringraziamento particolare va a Raul12 (o Libero) per la totale disponibilità di tempo, ricambi su cui fare le prove e preziosi consigli.
Un saluto a tutti