Torno un passo indietro, poiché devo ancora raccontare il periodo più esaltante nella storia delle competizioni della Moto Morini. Come accennato prima, nel '56 la Morini prese parte ad alcune competizioni della classe 250 con un Rebello maggiorato. Incoraggiata dagli ottimi risultati, nel 1958 la Morini decise di realizzare una 250 da GP, destinata a scrivere nuove pagine di gloria, e a guadagnarsi il titolo di "Regina delle monocilindriche". Questo capolavoro di meccanica vede ancora la firma di Alfonso Morini, che assieme ai collaboratori Dante Lambertini e Nerio Biavati si occupava personalmente del reparto corse. L'esordio al GP delle Nazioni del '58 sul velocissimo circuito monzese fu un altro successo, Emilio Mendogni e Giampiero Zubani diedero la polvere a Carlo Ubbiali che pilotava la MV Augusta campione del mondo in carica, e condussero la gara dal primo all'ultimo giro. Il nuovo motore della Morini era ancora una volta un monocilindrico 4 tempi, ma a differenza del Rebello aveva la distribuzione bialbero in testa comandata da una cascata d'ingranaggi racchiusi da un carter sul lato destro. La potenza nella prima versione era di 32 CV a 10.500 giri. Nel 1959 la Morini 250 vinse due prove nazionali a Modena e Imola, poi entrò in crisi e non fornì altri risultati per lungo tempo. Che cosa poteva essere successo? Era semplicemente finita nella classe 250 l'era del monocilindrico, l'evoluzione della tecnica voleva ora motori almeno bicilindrici, come MV Ducati ed MZ, oppure addirittura a quattro cilindri come quelli della nuova arrivata Honda e della moderna Benelli. Dal 1959 al 1961 la Morini 250 stette a guardare le altre case darsi battaglia, senza poter competere con loro, fece qualche uscita nei mondiali guidata da Tarquinio Provini ma, pur destando meraviglia per le sue prestazioni, eccezionali per una monocilindrica, non ottenne grossi risultati. Nel 1962 Tarquinio Provini e Walter Tassinari, piloti ufficiali della monocilindrica bolognese, vivacizzarono le gare sui circuiti internazionali della riviera adriatica, alla quale partecipavano in massa tutte le squadre protagoniste del campionato del mondo. La potenza della Morini 250 quell'anno toccava i 35 CV a 10.500 giri, mentre quella delle migliori quattro cilindri Honda e Benelli superava i 40 CV. Nel 1962 Provini vinse il campionato italiano delle 250, superando nell'ultima gara di Sanremo il compagno di squadra Tassinari; questo risultato mise notevolmente in crisi i tecnici della Honda, che mai, nel mondiale, avrebbero potuto tollerare sconfitte da parte di una monocilindrica. I loro timori si dimostrarono fondati nel 1963, quando Provini, al termine del Gran Premio di Spagna, prima prova del campionato del mondo, salì sul gradino più alto del podio dopo aver battuto il campione Jim Redman e la sua Honda 4 cilindri. La stessa cosa si verificò al GP di Germania, ad Hockenheim vinto da Provini a media record. La squadra Morini, non avendo però grandi risorse economiche dovette rinunciare a partecipare al Tourist Trophy, mentre per contrattempi di viaggio saltò anche il GP della Germania Orientale. Nel Gran Premio del Giappone, Provini e le Morini, in testa al punteggio mondiale, furono battuti da una formidabile coalizione di squadre nipponiche, vedendo così sfumare il Titolo mondiale per due soli punti.
Vedi Classifica Finale del Mondiale 250-1963
Persa l'occasione del 1963, la Morini 250 dovette accontentarsi di continuare per lungo tempo a monopolizzare il campionato italiano di velocità. Vinse quello del 1963, con Provini, quello del '64 con Agostini e poi, dopo una pausa durata due anni, tornò a vincerlo nel 1967 con Bergamonti. Quando Alfonso Morini, dopo nove anni di vittorie nazionali ed internazionali della sua 250 monocilindrica, decise di smetterla con le corse molte case concorrenti che vantavano bolidi ultrapotenti e grossi capitali investiti nelle corse tirarono un sospiro di sollievo.
Ascolta Provini sfrecciare con la 250 bialbero