CIAO FABRIZIO Da domenica viviamo un incubo: impossibile credere che Fabrizio non sia più fra di noi. Lo sgomento e l’incredulità sono gli stati d’animo che in questi giorni ha vissuto dolorosamente la sua bella famiglia. Ma anche quella più grande, quella dei motociclisti, che è stata travolta da questo grande dolore. E sono davvero tanti, in Italia e in Europa a piangerlo. Sono gli amici di una vita: del moto club Cantello con i quali era bello tirar tardi la sera pensando al raduno che verrà. E quelli del club Moto Morini, la sua grande passione, noi del Registro Storico Aermacchi e i moltissimi che lo hanno conosciuto negli anni. Scaviamo nella memoria ma non troviamo una data esatta per dire: ecco, quell’anno ci siamo conosciuti. Non la troviamo, quella data, perché in realtà da quando siamo saliti per la prima volta in moto lui era già nella nostra vita: credo valga per moltissimi che oggi sono qui a salutarlo. Lo vediamo dietro al bancone del negozio varesino dove ha lavorato per una vita: sempre disponibile e pronto ad aiutare. Poi con gli anni la conoscenza è diventata frequentazione, quindi amicizia. E quel ragazzo alto, piazzato, tranquillo, gentile e mite è diventato uno di famiglia. Credo sia un percorso comune a molti. Era un punto di riferimento fondamentale per i nostri periodici mal di testa motociclistici che lui sapeva risolvere con pochi azzeccati consigli. E senza mai perdere la pazienza: a volte capitava di vederlo imbronciato, ma era sufficiente parlare dei suoi adorati figli, dei suoi cani, della campagna da curare o accennare a quel motore in attesa delle sue cure che gli si accendeva un sorriso sul volto. Così si cominciava a parlare, a volte per ore, tirando tardi la sera. Oppure alla fine di uno dei tanti raduni dove ci ritrovavamo. Ad esempio quello di Cantello, quello delle Aermacchi alla Schiranna o altri. Eventi durante i quali non ha mai mancato di offrire la sua opera disinteressata per salvare la giornata a chi si ritrovava all’improvviso con la moto ferma. Fabrizio con pazienza e calma prendeva in mano la situazione e quel motore in breve tornava a funzionare: gli erano sufficienti pochi sapienti tocchi e per magia tutto tornava a posto. Ma questo darsi agli altri, in famiglia, nella vita, sul lavoro, con gli amici o con uno sconosciuto non era casuale: Fabrizio da buon Alpino lo aveva nel proprio dna. Con il pregio di non far mai pesare il suo aiuto. In giro per l’Italia e l’Europa sono tantissimi gli appassionati che si sono affidati a lui per il restauro di un motore o di una moto. O anche solo per un consiglio, una dritta per risolvere quel problemino che, senza il suo supporto prezioso, avrebbe continuato a fare impazzire. Il garage sotto casa era meta di pellegrinaggi fiduciosi per chi era alle prese con problemi piccoli o grandi. Fabrizio trovava sempre la soluzione giusta. Ricordiamo la passione e l’entusiasmo che ha messo tempo addietro nel restauro di una rara Linto 500 da corsa: lavorarci sopra era per lui motivo di orgoglio, anche se l’impegno non è stato semplice e anzi gli ha creato non pochi grattacapi. Ma bravura e tenacia alla fine hanno vinto e quella gemma delle corse è tornata a funzionare come nuova. Una sorta di laurea in meccanica sul campo. Ma lui non se ne vantava, discreto e schivo come sempre. Ma gli esempi come questo potrebbero essere mille. Con un abbraccio infinito e con il cuore addolorato ricorderemo la tua disponibilità, bravura, discrezione, umiltà. Ciao caro Fabrizio, ci mancherai! Lasci un vuoto immenso. Ma resterai nei nostri cuori per sempre.