Una "passeggiata" a Capo Nord per festeggiare i 30 anni della mia

Pronto per la partenzaM tremmezzo

Poche parole per raccontare un'emozione difficilmente descrivibile.

Quest'anno la mia Morini 3 e ½ GT - che si fregia della firma dell'ing. Lambertini sul serbatoio – compie 30 anni e ho voluto regalarle “il Viaggio”.

Domenica 4 luglio, di buon mattino e da solo, sono partito da Este (PD) per raggiungere l'estrema punta settentrionale dell'Europa, la mitica rupe di Capo Nord sul Mar Glaciale Artico. Ho scelto la via secondo me più breve e meno stressante per la moto, che alla partenza aveva 70.792 Km e conserva tutti i suoi componenti originali. Ponte sull'Øresund

Ho preso l'A22 per il Brennero e sono sceso a Innsbruck, quindi la Germania per Rosenheim - München – Nürnberg – Würzburg - Kassel - Hannover – Hamburg – Lübek, fino all'isola di Fehmarn dove c'è il  piccolo ma comodo porto di Puttgarden, sul Mar Baltico. Da qui si traghetta (45 min) per Rødbyhavn sull'isola di Lolland in Danimarca.

Si prosegue per l'isola di Falster, collegata con la grande isola di Sjælland dal Farøbroen, un ponte che è un'autentica opera d'arte, posto sull'isoletta di Bøgo. Quindi si taglia l'armoniosa campagna danese fino a København, unita da un tunnel sottomarino e dallo splendido ponte sull'Øresund a Malmö in Svezia. Seguendo la E4 ho attraversato in diagonale la penisola di Scania, passaNordkapp tunnelenndo per Jönköping, sul grande lago Vättern, e Norrköping fino alla bella Stockholm (unica città che ho visitato da turista).

Quindi Uppsala e la lunga risalita del golfo di Botnia per Sundsvall – Härnösand - Umeå - Skelleftå e passaggio in Finlandia a Tornio-Kemi.

Ho attraversato la Lapponia passando per Rovaniemi (breve sosta alla “casa ufficiale di Babbo Natale” posta sul Napapiiri, il Circolo Polare Artico), quindi su verso Ivalo e il gran lago di Inari. Difronte alle acque limpide dei laghi dispersi tra gli infiniti boschi della Lapponia fermo la moto, ma smetto di fotografare, per rispetto di tanta semplice bellezza primordiale... che commuove.

Sotto una pioggia fine attraverso una sontuosa foresta priva di qualsiasi segno umano per raggiungere la frontiera con la Norvegia a Karigasniemi, dove inizia la vasta contea del Finnmark, abitata dall'antico popolo dei Sami.

Passata Karasjok, ho puntato a nord verso Lakselv, posta al fondo del grande Porsangerfjorden, e su una solitaria spiaggia sassosa sono sceso a bagnarmi viso e mani alle fredde acque del Mare Artico. Quindi ho risalito il fiordo verso l'isola di Magerøya, che raggiungo facendo il famoso Nordkapp tunnelen, lungo 6.870 m e profondo 212 m: uno dei tunnel sottomarini più lunghi e profondi del mondo. Capoluogo dell'isola è bel paese di Honningsvåg che dista 33 Km - di pura steppa artica - da Nordkapp, a 70°10'21” lat. Nord.

Nelle foreste della Lapponia  Strada in Lapponia  Dalla strada per NordKappCapo Nord - Il mar glaciale artico dalla rupe

Così, alle 21:24 del 9 luglio, ho raggiunto la mitica Rupe sul Mar Glaciale Artico. C'è molta gente e pioviggina, nella foschia il globo d'acciaio si alza come un totem sopra la folla. Sono i giorni del sole di mezzanotte, ma stasera non si vedrà.

In 6 giorni ho coperto i 4.367 km che separano casa mia dal punto più settentrionale dell'Europa raggiungibile con mezzi terrestri. Ho tenuto una percorrenza media giornaliera di 728 km, che alla velocità di 90/100 Km/h ha richiesto una guida di 12/13 ore al giorno. Un'andatura “lenta” ideale per osservare le molte forme del paesaggio che dalla pianura veneta e oltre le Alpi si susseguivano fino alle magiche terre del Nord.

Capo Nord è una sorta di santuario, dove si consuma il rito arcaico di presentarsi al cospetto dell'Infinito. Ho compiuto riti e creato pensieri nel settimo giorno del viaggio dedicato al riposo. Al sole di mezzogiorno sulla spianata sopra il Mar Glaciale ci sono 21° C: fatale il pensiero ai ghiacci del Polo che si stanno sciogliendo e alla drammatica resistenza degli orsi polari.

Lunedì 11, con un tempo da tregenda, parto per l'isola di Hammerfest e i fiordi in direzione delle isole Lofoten, patria, per noi veneti, dell'amato baccalà. La strada per Alta attraversa tratti di tundra di una bellezza assoluta: qui, sotto un cielo carico di nuvole e vento, la solitudine e l'immensità, fanno tremare il cuore.

Ho visitato le isole Lofoten con vento e pioggia, prima di portarmi a Narvik, famoso per la battaglia  navale della Seconda Guerra Mondiale che gli inglesi tentarono per impedire ai tedeschi l'approvvigionamento dell'acciaio di Kiruna.

Capo NordVerso le isole LofotenFiordo in NorvegiaLaghi nelle foresteCase a Honningsvåg 
 

Martedì 13 luglio da Narvik comincia l'effettivo viaggio di ritorno. Nonostante il brutto tempo decido di attraversare le Alpi Scandinave mantenendomi sopra il Circolo Polare Artico: passerò quindi per la città mineraria di Kiruna. La traversata, con vento teso e nubi basse, apre scenari da effetti speciali, attorno alla strada ci sono chiazze di neve. La traversata finisce a Luleå, sul Golfo di Botnia.

Ora la strada mi sembra in discesa, vado leggero e ripasso i paesaggi ed i pensieri fatti all'andata; continuo comunque con le solite 12/13 ore continuative (senza pranzo) di moto al giorno: ormai questo modo di viaggiare è diventato una forma di meditazione. Lasciate le belle strade di Svezia passo in Danimarca traghettando infine al porto tedesco di Puttgarden.

 

Camping a Narvik

La strada per Alta

La mattina del 16, apro il tredicesimo giorno di viaggio con un'idea un po' esagerata, ma che ho maturato  nei giorni precedenti. Fare un ultimo test alla moto e a me stesso, attraversando in una sola  tirata tutta la Germania, l'Austria e le Alpi per arrivare a casa con un unico “Tappone” di quasi 1500 km. Viaggiando di notte faccio il tremendo ring di München e, dopo Innsbruck, passo il Brennero alle 3 di mattina sotto una pioggerellina maligna e fredda: ho voglia di vedere l'alba, che arriva ormai in vista del lago di Garda.

Alle 7 e 30, di sabato 17 luglio, dopo 23 ore continue di strada, la mia piccola vecchia moto (che nel corso del viaggio ha passato gli 80.000 Km) si ferma davanti casa. L'avventura è finita.

In questo viaggio ho dormito poco e mangiato poco, ma ho corso come ho voluto, in una lunga apnea di libertà. Ricorderò, soprattutto le infinite foreste della Lapponia: ascoltare il loro respiro è stata un'esperienza esaltante e per certi versi “mistica”.
Incontro in SveziaAll'imbarco di Puttgardultimo tratto prima di Nordkapp Incontro sull'Hogacustenbron

Mi piace sottolineare che questa traversata d'Europa in solitaria è stata compiuta con una moto apparentemente inadeguata ed in tempi e modalità inusuali. Indifferente all'età e ai Km, la mia Morini 3 ½ non ha avuto alcun problema, dimostrato un'eccezionale tenuta e assoluta affidabilità.

In quasi 10.000 km ho aggiunto ½ Kg di olio, mantenuto le candele, non ho avuto bisogno di tendere la catena né si è bruciata una lampadina. Il consumo è stato sull'ordine dei 30 Km/l. Ho finito la gomma posteriore, mentre l'ammortizzatore sinistro (originale come tutto il resto) ha perso l'olio. Il giorno dopo al controllo delle valvole il gioco era come se non si fosse mai mossa dal garage! Merita un monumento. E un bel monumento lo merita certo quel giovane ingegner Lambertini che la progettò ormai quasi quarant'anni fa.

Antonio Mazzetti                  

Naturalista sui Colli Euganei, età 58 anni.

 

I festeggiamenti al mio ritorno con gli amici Morinisti  e L'Ing. Franco Lambertini

      

 


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